In estate tanto duro lavoro per ottenere un ottimo risultato in autunno…
Le vigne nelle nostre Langhe sono splendidi quadri che riempiono i nostri occhi ed incantano i turisti. Disegni geometrici che sembrano non rispettare la crescita, di solito disordinata, della natura.
Le Langhe, Patrimonio dell’Unesco proprio per le sue colline disegnate dai filari. Ma che la Natura non avrebbe potuto disegnare in forma così armoniosa.
Infatti, questo magnifico ordine, queste graziose curve che seguono le colline, questa ricchezza che nasce dai tralci delle viti è frutto di TANTA FATICA!
Questo è uno dei periodi più faticosi dell’anno per chi a settembre inizierà la vendemmia nelle proprie vigne. Ci sono tanti lavori da fare, tra cui molti quotidianamente, per permettere ai grappoli di crescere bene e agli acini di maturare correttamente. Se vi capita di fare un giro nelle Langhe e nel Monferrato, vedrete un paesaggio rigoglioso e verdeggiante, sono le vigne, che d’estate sfoggiano senza pudore il loro fogliame. Trovo che passeggiare o passare in macchina in mezzo a questi luoghi dia una carica di energia! Per i contadini non ci sono giorni di festa, in questo periodo. Ci sono invece giorni di preoccupazione per i temporali, per il troppo caldo oppure per le giornate piovose. Ogni vite è come un bambino. La curano, la accarezzano, la aiutano a crescere: come una gestazione che avrà il suo momento culmine nella vendemmia!
La vigna accudita con amore dà origine ad un vino superiore! E di questo, i nostri contadini, ne sono consapevoli.
Ora vi parlerei delle fasi di lavorazione della vigna in cui si è occupati nei mesi estivi, ma… alla maniera dei nostri nonni, ovvero in piemontese! Così, rispolveriamo un po’ quello che ci siamo detti nel post di qualche mese fa, che ne dite? ?
I LAVORI DA FARE A LUGLIO/AGOSTO
Cugé i brambuj (coricare i tralci), per far sì che gli operatori riescano a passare tra i filari per le varie lavorazioni.
Dé ‘l vardaram (dare il verderame), utile soprattutto contro le infezioni da Peronospera (principale malattia da combattere, colpisce facendo arricciare il grappolo), Oidio (muffa grigia maleodorante, che può intaccare velocemente tutto il vigneto), Botritis (marciume grigio dell’uva, che ne fa perdere in qualità) e Black rot (tipica malattia fungina propria della fine di luglio, si verifica con l’imbrunimento dell’acino e può farlo marcire completamente in poco tempo).
Gavé gl’arbüt (togliere i germogli/cimare), questa operazione consiste nel tagliare la parte terminale dei tralci, si realizza per contenere l’eccessiva crescita della vegetazione e favorisce la formazione di foglie nuove, le quali sono utili ai grappoli.
Tajé l’erba/trincé (tagliare l’erba), molto importante per permettere di passare meglio tra i filari con le attrezzature agricole, ma soprattutto per non dare adito ai parassiti di svilupparsi.
Gavé ‘l föje dan sul’uva (togliere le foglie sull’uva), in modo da permettere ai raggi solari di passare attraverso le foglie e far sì che i grappoli si sviluppino in modo sano e rigoglioso.
Dopo questa “mini-lezione” di piemontese mista a precetti di agronomia/enologia, non ci resta che fare un caloroso in-bocca-al-lupo ai nostri bravi agricoltori! Ci rivediamo a settembre per capire se questo 2018 potrà definirsi… un’ottima annata!
E quando berrete il vostro prossimo vino pensate per un attimo a quanto lavoro è racchiuso in quel bicchiere!
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